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Il ranking di Google, il posizionamento sulle pagine dei risultati, è ciò che ti permette di acquisire visibilità grazie al motore di ricerca. Un proverbio SEO dice: “se vuoi nascondere un cadavere devi metterlo nella seconda pagina di Google”. Questo è un modo, sicuramente singolare, per ricordare a tutti noi che ciò che fa la differenza è essere in prima posizione nella SERP. Soprattutto oggi.
AI Overview di Google ha rivoluzionato alcuni aspetti, l’intelligenza artificiale insidia la SERP con una serie di anticipazioni difficili da bypassare. La base è la stessa: la SEO non cambia e nei prossimi articoli approfondiremo il meccanismo che potrebbe aiutarci a scalare le posizioni di questo box. Ma prima dobbiamo capire come funziona Google e il suo sistema per posizionare un sito web.
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Con questo termine intendiamo il posizionamento di un determinato snippet – combinazione di tag title, meta description, URL e altri elementi – nella SERP di un motore di ricerca. Il ranking riguarda, ad esempio, anche YouTube, Amazon o Bing.
Spesso, però, è associato a Google dato che è il principale strumento utilizzato dalle persone per fare ricerche online. Avere un buon ranking su Google ti permette di aumentare le probabilità di farti trovare dalle persone che ti interessano.
Il motivo è semplice: i click sul sito web, quindi le visite che arrivano da parte degli utenti, dipendono in buona sostanza dal ranking su Google. Anche se non è sempre così, perché le persone almeno nella prima pagina tendono a sfogliare i link proposti.
Ma è vero che le prime posizioni guadagnano l’attenzione. Come ci ricorda questo studio di Search Engine Journal, quasi il 30% dei click arriva al primo risultato utile. Con percentuali che variano a favore di varie opzioni come ad esempio il featured snippet, il Knowledge Panel e i sitelink. Questo, però, non è l’unico motivo che dovrebbe spingerti ad avere un buon ranking su Google.
Anche le impression, la presenza del tuo brand in determinati contesti, può fare la differenza. Le persone che usano il motore di ricerca ti vedono, scoprono il brand e se lo ricordano. Abbiamo meno visite ma di qualità. Soprattutto oggi dato che abbiamo una gran percentuale di zero click search, ricerche che non implicano un’azione da parte dell’utente: Google dà la risposta. E tu devi esserci.
Non esiste un unico criterio per il posizionamento sul motore di ricerca. Come ci ricorda la risorsa ufficiale, Google sfrutta diversi sistemi di ranking che aiutano a formulare il risultato analizzando più aspetti. Obiettivo? Restituire il miglior output per l’utente (almeno questa è la dichiarazione d’intenti) per capire come classificare le singole pagine. Ecco una selezione dei sistemi di ranking.
Poi ci sono anche altri sistemi di ranking come quello antispam che identifica e penalizza contenuti manipolativi o di bassa qualità. Si occupa principalmente di keyword stuffing o i link non naturali, ma anche uso improprio dell’intelligenza artificiale.
Il meccanismo alla base del funzionamento di Google si divide in tre momenti fondamentali: crawling, ovvero scansione delle pagine web, indicizzazione e posizionamento. Quindi, per ottenere un buon ranking devi prima assicurarti che le pagine web vengano scansionate e indicizzate grazie al lavoro svolto con robots.txt, meta tag robots, sitemap.xml, noindex e canonical.
Ci sono diversi fattori di posizionamento, con un’importanza che varia per le diverse situazioni. Ad esempio, la freschezza del contenuto può essere un elemento utile per determinate query ma irrilevante per altre. Google, in questa pagina, individua alcune macro-famiglie di fattori per influenzare il ranking nelle SERP che possono dare dei risultati se osservati in modo adeguato.
Cosa fa Google quando un utente digita una query? Cerca di comprendere il search intent, quello che la persona realmente vuole. Quindi, sfrutta dei modelli linguistici avanzati per interpretare le parole, correggere errori ortografici e riconoscere sinonimi.
Se un tuo cliente cerca “cambiare una lampadina”, Google può mostrare risultati che hanno come tag title le keyword “come sostituire un faretto led”. In questa fase, cerca di capire se si tratta di un search intent informativo, transazionale, navigazionale o local.
Dopo aver compreso l’intento della ricerca, Google si occupa delle pagine web e analizza i contenuti per valutare se contengono informazioni pertinenti. La presenza delle parole chiave nella pagina, nei titoli o nel corpo del testo è un indicatore di pertinenza.
Google utilizza dati aggregati e anonimi sulle interazioni degli utenti per valutare quali risultati sono più rilevanti per determinate ricerche. Non finisce qui: il motore di ricerca considera elementi come immagini, video e altri contenuti multimediali.
La rilevanza di un contenuto è un primo passo, il secondo riguarda la bontà intrinseca. Google cerca di dare priorità a contenuti di alta qualità che vengono confezionati da fonti autorevoli per un determinato contesto, come ad esempio quelli YMYL.
In questa fase Google valuta l’esperienza, l’autorevolezza e l’affidabilità di contenuti pubblicati considerando anche altri fattori correlati come la reputazione del sito che ospita le pagine, le citazioni da parte di altre fonti (tipo le menzioni o i link in ingresso), i feedback aggregati. Questo aiuta a garantire che le informazioni presenti sulle pagine web siano accurate e utili per gli utenti.
Un concetto fondamentale per capire come funziona Google: la qualità di un contenuto non riguarda solo ciò che scrivi o le immagini e i video che aggiungi. I sistemi di ranking considerano anche l’usabilità delle pagine web: compatibilità con dispositivi mobili, velocità di caricamento delle pagine, la facilità di navigazione. Tutto questo si ritrova sotto alla voce dei Core Web Vitals:
Lighthouse, Pagespeed Insight e Search Console possono aiutarti a ottimizzare questi parametri. Alla base c’è sempre un punto fondamentale: l’ottimizzazione delle performance lato server. Per questo noi consigliamo di impostare la tua ottimizzare la SEO di WordPress iniziando proprio dalla scelta di un hosting performante come quello di Serverplan: avrai HTTP/2, HTTP Keep Alive, PHP aggiornato e server SSD a tua disposizione per velocizzare le pagine web.
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Un ultimo aspetto da considerare su come funziona il ranking di Google: il contesto che può influenzare le ricerche. Ad esempio, il punto geografico nel quale ti trovi o le pagine visitate in precedenza. Il motore di ricerca personalizza i risultati in base alle tue esigenze e non ci saranno due SERP uguali per utenti diversi. Lo stesso vale se l’utente ha definito delle impostazioni specifiche.