Core Web Vitals sono dei parametri che consentono di ottimizzare l’user experience di un sito web secondo Google. Non racchiudono solo elementi legati alla velocità delle pagine web ma anche la capacità di presentarsi in modo chiaro e rispondere adeguatamente alle richieste del visitatore.
Questo ha un valore decisivo per i webmaster. Perché tutti gli elementi del Core Web Vitals, ricavati dopo diversi anni di osservazione del comportamento online di siti web e internauti, saranno fattori di ranking. Un po’ come è successo con la velocità delle pagine web,
Ma anche con l’HTTPS e la presenza del mobile friendly. Google è sempre più attento all’idea di contenuto di qualità in grado di andare oltre il semplice testo. Ma di cosa stiamo parlando esattamente? Scopriamo insieme quali sono i punti essenziali dell’ottimizzazione.
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Sono una categoria dei Web Vitals, i segnali che guidano la creazione di siti web in grado di rispettare le principali regole UX. I Core Web Vitals rappresentano elementi fondamentali per il successo della tua esperienza online. E che non puoi più ignorare se vuoi farti trovare su Google.
Soprattutto sono misurabili sul campo e in grado di rappresentare l’esperienza del mondo reale di un determinato momento in cui la pagina web viene utilizzata. Il focus dei vari elementi riconducibili al concetto di Core Web Vitals è dedicato a tre punti fondamentali: caricamento, interattività e stabilità. Di cosa stiamo parlando esattamente? E come ottimizzare un blog WordPress?
Anticipiamo questo: tutto inizia da una progettazione efficace e questo significa avere un server con dischi SSD capace di garantire prestazioni eccellenti. Proprio come avviene per l’hosting con WordPress preinstallato di Serverplan che garantisce massima affidabilità e prestazioni super. Per approfondire questo argomento puoi dare uno sguardo alla pagina dedicata al servizio.
Hosting WordPress preinstallato e gestito
Google, in una prima fase, ne ha individuati tre: first input delay, il ritardo della prima interazione possibile, il largest contentful paint che racchiude il tempo di caricamento dell’elemento più pesante e il cumulative layout shift che riguarda gli spostamenti degli elementi grafici del template o della pagina web. Negli ultimi anni è stato aggiunto l’Interaction To Next Paint (INP) che sarà attivo definitivamente nel marzo 2024.
Come suggerito, questi parametri consentono di monitorare aspetti correlati all’efficienza empirica e quotidiana di un sito web. Non sono dati da laboratorio (o almeno non solo) ma legati a come si comportano le pagine web nel momento in cui vengono usate quotidianamente dal pubblico.
Da leggere: come cancellare una pagina da Google
Il Largest Contentful Paint è uno dei Core Web Vitals fondamentali. Misura le prestazioni di caricamento della pagina web e, nello specifico, quanto tempo ci vuole per avere visibile l’elemento più pesante richiesto dalla schermata richiesta da chi carica la pagina.
Dal punto di vista tecnico, il Largest Contentful Paint segna la sequenza temporale di caricamento della pagina in cui è probabile che il contenuto principale sia stato caricato: un LCP veloce aiuta a far capire se quella pagina è effettivamente utile. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, dobbiamo ottimizzare immagini o video. Un’esperienza utente valida dovrebbe rientrare nei 2,5 secondi da quando viene richiamata la pagina.
Questo elemento del Core Web Vitals, il First Input Delay, misura la buona interattività della pagina web, la capacità di rispondere prontamente all’azione (ad esempio un click su un link o un pulsante, o magari utilizza un elemento JavaScript) richiesta da chi sta navigando il sito.
Il First Input Delay o FID definisce, tecnicamente, il tempo che passa da quando un utente interagisce per la prima volta con una pagina al momento in cui il browser è effettivamente in grado di iniziare l’elaborazione dell’interazione. Quali sono i parametri accettabili in questo caso? Per conferire una buona esperienza utente, sempre secondo Google, le pagine che hai progettato devono avere un FID inferiore a 100 millisecondi.
Un elemento che consente di misurare la stabilità dei vari elementi in una pagina web. Hai presente quella condizione in cui, nel momento in cui stai per cliccare un bottone tutto il layout si sposta e ti ritrovi a interagire con il vuoto o, peggio ancora, elementi che non volevi usare?
Perfetto, questa è la condizione descritta dal cumulative layout shift e che dovresti evitare. Per confermare una buona esperienza utente, le pagine devono mantenere un CLS inferiore a 0,1. In passato al lista dei Core Web Vitals fondamentali si chiudeva qui: oggi c’è una new entry.
L’Interaction to Next Paint (INP) indica quale interazione ritarda l’esperienza quando si utilizza il tuo sito web. In altre parole, questo Core Web Vitals misura il tempo trascorso tra l’interazione di un utente (come un click o un tap sullo schermo) e l’aggiornamento visivo che ne consegue.
Ora mi dirai: ma è la stessa cosa del First Input Delay! In effetti l’INP nasce come metrica per risolvere alcune lacune sul monitoraggio del sito web. Ritorniamo un attimo sulla definizione: l’INP definisce la latenza di tutte le interazioni che un individuo ha eseguito con la pagina internet.
Un Interaction To Next Paint basso significa che la pagina è stata in grado di rispondere rapidamente a tutte, o alla maggior parte, delle azioni. Quindi, per dare una risposta sintetica, l’INP considera tutte le interazioni della pagina mentre il First Input Delay (FID) tiene conto solo della prima.
Metrica | Buono | Medio | Scarso |
---|---|---|---|
LCP | <=2.5s | <=4s | >4s |
FID | <=100ms | <=300ms | >300ms |
CLS | <=0.1 | <=0.25 | >0.25 |
INP | <=200ms | <=500ms | >500ms |
Perché in questo modo migliori il ranking e l’user experience. Alcune aggiornamenti della documentazione ufficiale potrebbero trarre in inganno i SEO meno esperti e che non hanno tanto dimestichezza con le pubblicazioni rilasciate da Mountain View. Nello specifico, Google ha modificato le informazioni relative ai segnali di ranking, rimuovendo fattori SEO tecnici come HTTPS e Core Web Vitals. Il portavoce Danny Sullivan chiarisce:
La SEO tecnica non è meno importane e parametri come i Core Web Vitals sono al centro delle attenzioni di chi realizza un sito web efficace. Anzi, è l’opposto. L’aggiornamento riguarda una semplice evoluzione di classificazione dei vari elementi come l’HTTPS, il mobile friendly e i Core Web Vitals.
Come ottenere dei riferimenti rispetto ai parametri elencati? Lo stesso Google offre i tool indispensabili, in primo luogo attraverso le misurazioni di Lighthouse e Pagespeed Insight. Poi si aggiunge il lavoro cumulativo svolto dalla Search Console, ma come leggere i dati? Quali sono le funzioni?
Nella Search Console, che implica una sezione dedicata proprio a questi valori, trovi le pagine del singolo sito web divise per performance. Alcune possono essere catalogate nella sezione delle pagine con buoni risultati, altre invece possono raggiungere la tab dedicata a quelle risorse povere o con scarse performance. In questo caso puoi aprire gli URL sui tool specifici (tipo WebPageTest e Gtmetrix) che danno maggiori indicazioni.
Ottimizzare la SEO di WordPress può essere un’operazione complessa soprattutto se guardiamo a come migliorare i Core Web Vitals. In realtà è sufficiente mettere in pratica alcune operazioni semplici che ti aiuteranno a migliorare notevolmente i tuoi risultati. Ecco alcuni spunti fondamentali.
Di sicuro devi puntare sempre sulla semplicità del design, la velocità del sito web e la funzionalità dei vari elementi presenti nelle pagine. Togliere ciò che non serve all’utente può essere il punto di partenza. Soprattutto per velocizzare il caricamento degli elementi più pesanti e allontanare gli elementi pubblicitari ingombranti per la visualizzazione della pagina può aiutare a rendere la navigazione stabile. Un tema WordPress di qualità aiuta.
Riduci le dimensioni delle immagini e dei video utilizzando formati compressi e risoluzioni appropriate. In questo equilibrio, i contenuti multimediali e i blocchi di testo devono anche caricarsi in tempi minimi. La velocità di upload della pagina web è sempre fondamentale anche per la SEO e in questo equilibrio gli ingredienti sono tanti. Uno dei più importanti, oltre a ridurre il peso delle immagini, è la dimensione dell’elemento (continua a leggere).
Il Cumulative Layout Shift può essere risolto con l’ottimizzazione delle immagini, inserendo le dimensioni delle foto con i tag HTML specifici: width="500" height="600"
. Ovviamente questi numeri sono parametri che cambiano in base al visual o all’elemento che stai inserendo.
Questo vale anche per i box advertising, gli iframe e i video embeddati: inserire gli attributi larghezza e altezza è sempre utile per consentire al browser di capire quale sarà l’ingombro di un determinato riquadro. Preparando così l’utente al futuro contenuto senza avere sbalzi. E sorprese inaspettate.
Sfrutta la cache per conservare i contenuti statici come immagini, fogli di stile e script, riducendo la necessità di riscaricarli ad ogni visita. Questo ti può aiutare non poco a semplificar eil lavoro di caricamento delle pagine web: ci sono diversi plugin se vuoi ottimizzare i Core Web Vitals su WordPress (come Wp Rocket e W3 Total Cache). Ma per chi usa l’hosting Serverplan può sfruttare la cache già presente sul server.
Scegli una Content Delivery Network (CDN) per distribuire il contenuto da server più vicini ai visitatori, velocizzando il recupero dei dati. Cloudflare è un buon esempio di Content Delivery Network che può aiutarti per siti web con tanti contenuti visual e che devono raggiungere punti diversi del blobo.
Questa voce include diversi passaggi. In primo luogo devi fare una valutazione della struttura pagina e caricare i contenuti importanti e visibili per l’utente prima di quelli meno rilevanti, migliorando l’esperienza percettiva. In più è giusto minimizzare il render-blocking. Ovvero?
Riduci l’impatto degli script che bloccano il rendering della pagina, consentendo al browser di mostrare il contenuto più velocemente. In questo caso tornano utili i già citati Wp Rocket e Total Cache per ottimizzare WordPress anche comprimendo e minificando CSS, Javascript e codice HTML.
Avere un server con HTTP/2, PHP aggiornato e HTTP keep alive vuol dire ridurre i tempi necessari per il caricamento delle pagine web. Influenzando positivamente anche i segnali decisivi del Core Web Vitals e nn solo. Infatti, Google propone altre indicazioni per migliorare l’UX del sito internet.
Come il Time to First Byte (TTFB) che è direttamente collegato alla qualità del server. Un server che con l’hosting WordPress gestito e preinstallato è già ottimizzato, pronto per restituire le migliori prestazioni possibili. Hai già fatto la tua scelta? Ci sono dei web hosting super veloci che ti aspettano.
Hosting WordPress preinstallato e gestito
4 commenti presenti
seospritz ha commentato il 2020-08-08 19:21:46
Secondo me la stanno esagerando con questa storia della velocità.Ora capisco che un sito web lento (ma non dato da quelle metriche), possa avere una sottospecie di penalizzazione (se cosi si può chiamare), ma nella mia esperienza ho velocizzato molti siti è non ho visto nessun miglioramento a livello di posizionamento. Diciamo che le priorità sono ben altre, rispetto alla velocità del sito web
Riccardo Esposito ha commentato il 2020-08-08 19:52:43
Eh, chi può dirlo. La velocità del sito è importante ma adesso entrano in gioco dei fattori molto interessanti e diversi.
Lucia ha commentato il 2023-12-06 07:05:55
Io ho una domanda.
La cosa che non mi è chiara rispetto ai core web vitals è: perché a me, ad esempio, mi dice che la valutazione non è superata (solo da mobile), ma ho un punteggio alto e il sito pulito, semplice e veloce?
Poi ho analizzato altri siti in cui questa valutazione del core web vitals era stata superata, però i punteggi erano in rosso, molto bassi.
Tra l’altro, i risultati cozzano con, ad esempio, GT metrix che addirittura mi da una A e non vede tutti i problemi che invece il caro Google trova. Non capisco!
Riccardo Esposito ha commentato il 2023-12-07 05:09:44
Ciao, la misurazione dei Core Web Vitals non è né semplice, né lineare. Sarebbe necessario uno studio approfndito.